Delocalizzazione, south working e le muse inquiete
di Raffaello Juvara
Le tre Torri sembrano muse inquiete più che inquietanti, mentre pare si abbraccino domandandosi quale futuro le aspetti in una Citylife deserta e silenziosa come un quadro di De Chirico, con uffici occupati al 10%, negozi e ristoranti chiusi e centinaia di addetti ai servizi per adesso in cassa integrazione, poi chissà.
Intervenendo il 19 agosto al Meeting dell’Amicizia di Rimini, Alessandro Profumo ha dichiarato che Leonardo, di cui è presidente, prevede un taglio del 30% degli spazi necessari per i propri impiegati, in linea con quanto stanno valutando più o meno tutti i grandi gruppi industriali e finanziari.
Quali saranno gli effetti sulla vita delle persone, sul mercato immobiliare e sulle città di una tendenza che appare ormai irreversibile a livello globale? E quali sull’industria della sicurezza privata, direttamente coinvolta?
L’architetto e urbanista Stefano Boeri, ideatore del “Bosco Verticale” nel quartiere Isola di Milano, parla a Radio Rai 3 di un processo già iniziato di delocalizzazione nei borghi suburbani, agresti e montani che produrrà nuovi modelli di organizzazione sociale, favorito dalle sempre maggiori possibilità di collegamento digitale e fisico.
Di rincalzo, Marco Bentivogli, già segretario nazionale della FIM/CISL, sottolinea la necessità di nuovi strumenti contrattuali per passare dallo “home working” messo in qualche modo in piedi durante il blocco totale ad un vero “smart working” strutturato e funzionale alle nuove modalità di lavoro. Bentivogli si spinge a proporre di trasformare i centri commerciali delle periferie delle grandi città in spazi attrezzati di “coworking” per chi dovrà lavorare saltuariamente con altre persone, o vorrà solo incontrarle.
Nell’articolo su ANSA del 19 agosto Alessandra Magliaro analizza il nuovissimo fenomeno del “south working”, neologismo inventato da un gruppo di giovani siciliani rientrati a casa per la pandemia, dove hanno scoperto di poter lavorare e studiare senza doversi trasferire necessariamente al nord o all’estero. Se questa tendenza dovesse consolidarsi, potrebbe diventare un motore importante per la ripresa delle nostre regioni meridionali mentre quelle settentrionali, con Milano in testa, dovranno trovare nuove idee e inventare nuovi modelli per tornare ad attrarre cervelli, consumi e investimenti.
Da questi scenari, inaspettati fino all’inizio del 2020, deriveranno opportunità importanti per le parti dell’idustria della sicurezza privata che saranno in grado di cogliere e interpretare le nuove esigenze.
E’ presumibile che il segmento SOHO (Small Office - Home Office) aumenterà di importanza con la maggior richiesta di dispositivi integrati e connessi nelle case e non è detto che diventi appannaggio esclusivo delle piattaforme di e-commerce.
Secondo l'analisi di Blake Kozak (Omdia), Google avrebbe comprato un quota di ADT per rilanciare nel mercato US le telecamere del proprio marchio NEST attraverso la rete di installatori ADT, avendo constatato che la modalità DIY (Do It Yourself) è più adatta a dispositivi semplici ed a basso prezzo come, ad esempio, quelli di Wyze, il marchio di Amazon per questo segmento. Anche in Europa la partnership di Arlo con Verisure dimostrerebbe la preferenza dei consumatori per soluzioni installate da tecnici professionali piuttosto che quelle “fai da te”, considerate poco affidabili quando si tratta di sicurezza.
Su un altro versante, è prevedibile che la delocalizzazione acceleri il cambiamento degli istituti di vigilanza in integratori di sistemi: dovranno gestire gli edifici che rimarranno vuoti nelle grandi città; supportare con servizi integrati i nuovi insediamenti; assimilare competenze in safety & health per contribuire in modo adeguato al contenimento dei contagi che, ragionevolmente, non cesseranno in breve tempo.