Guardie giurate e sicurezza ferroviaria, un rapporto da rilanciare
Andrea Galletta, per lungo tempo al vertice della sicurezza di Trenord, analizza per securindex pregi e difetti dell'impiego delle guardie giurate a bordo dei treni. Il tema sarà al centro del convegno APR 2025 che si terrà a maggio a Milano per rilanciare il ruolo della vigilanza privata nel partenariato pubblico-privato per la sicurezza dei cittadini.
1. In base alla sua esperienza di responsabile della sicurezza di Trenord, ritiene che l'apporto della vigilanza privata per la sicurezza a bordo dei treni possa mitigare gli atti di violenza nei confronti del personale e dei passeggeri?
Il tema della sicurezza sui treni ed in particolare quelli che effettuano servizio pubblico locale regionale, è molto sentito.
Nei lunghi anni del mio servizio in Trenord, quale Dirigente Responsabile della sicurezza, ho potuto approfondire con diretta esperienza un ambito caratterizzato purtroppo da numerosi eventi accaduti, talvolta eccessivi e violenti che hanno evidenziato criticità e lacune cui di volta in volta si è cercato di far fronte.
La vigilanza privata ha avuto sempre un ruolo primario e ad essa si è guardato per tentare di superare ostacoli a volte davvero importanti. In merito mi preme porre in evidenza come nel 2015 l’allora Prefetto di Milano Dr. Alessandro Marangoni, seguito nostre dirette argomentazioni sul tema, riuscì ad ottenere dal Ministero dell’Interno espressa deroga all’ art. 33 del DPR 753 del luglio 1980 (norme in materia di polizia, sicurezza e regolarità dell'esercizio delle ferrovie e di altri servizi di trasporto), per cui Trenord è stata la prima Impresa ferroviaria a impiegare a bordo treno GPG “armate”. In merito pochi mesi dopo venne pubblicato un “disciplinare” - a firma dell’allora Capo della Polizia - che stabiliva di fatto le regole d’ingaggio ed i percorsi formativi da porre in essere per “inquadrare“ la nuova figura di GPG con la qualifica di “addetto ai servizi di sicurezza sussidiaria”.
Da qui però iniziano le dolenti note, perché gli Istituti di Vigilanza privata, non espressero adeguata attenzione al tema e verosimilmente non seppero adeguatamente motivare le loro risorse ( anche in termini economici posti i gravosi servizi richiesti), per cui le GPG che avrebbero dovuto prepararsi, sostenere esami e produrre maggior impegno nel lavoro quotidiano, mostrarono forti lacune che dopo qualche anno provocarono la ferma decisione del vertice Trenord, di ridurre sensibilmente il numero di GPG e dar vita ad un’organizzazione interna, che però venne creata in ottica Non di Security ma di “assistenza alla clientela” e posta nell’alveo della Direzione Commerciale.
Di certo il tema è assolutamente attuale e ritengo che oggi con una concreta rivisitazione anche normativa, GPG ben preparate e valorizzate, potrebbero essere un importante supporto e punto di riferimento per ferrovieri e viaggiatori ed esprimere concreta collaborazione anche alle specifiche attività della Polizia Ferroviaria.
2. Sarebbero necessari provvedimenti normativi specifici in aggiornamento del DM 154/2009? Se si, quali?
Si, ritengo che in un settore così ampio ed articolato, con un interesse complessivo e territoriale davvero vasto, il tema normativo è importante ma ad esso deve seguire un ancor più importante interesse alla formazione degli operatori.
In tale quadro, di getto, mi viene da suggerire che il DM 154 del 2009, che definisce le modalità per l'accertamento dei requisiti professionali, formazione e certificazione del personale addetto alle attività di sicurezza sussidiaria, debba essere posto in stretta correlazione con l’art.18 della legge 155 - del 2005, ed aggiornato affrontando il tema/aspetto: “esercizio delle pubbliche potestà”. Aspetto che oggi appare oltremodo attuale, in ragione dell’incremento di azioni violente e fatti reato, in particolare nei confronti del personale ferroviario e/o preposto al servizio.
Tutto ciò per dare alle GPG - esclusivamente impiegate in suddetti ambiti - adeguata qualifica “giuridica” che consenta di far fronte ad una primaria basilare necessità: poter procedere all’identificazione del responsabile dell’azione/gesto/ fatto reato, ed ancor più che tale iniziativa sia giuridicamente riconosciuta.
Tema questo che ad oggi certamente non può essere assolto con la qualifica di “pubblico ufficiale”.
3. Sul fronte della formazione quali aspetti andrebbero approfonditi in particolare?
Oggi viviamo in una società che ha nella comunicazione una delle sue più importanti leve e coinvolge moltitudini di soggetti con differenti livelli culturali ed ideali. Il mondo dei trasporti paradossalmente, esprime tutto ciò più di altri contesti.
E’ arduo argomentare sugli aspetti che andrebbero approfonditi e forse non basta una breve intervista. Sui mezzi di trasporto ferroviario e stradale, in spazi ristretti, devono convivere seppur per breve lasso temporale, donne e uomini molto diversi tra loro, componenti di una società multietnica, con razze lingue e religioni ben difformi. Ecco che in questo quadro, che cambia colore e soggetto ogni giorno con differenti categorie sociali, incontriamo la casalinga, lo studente, l’operaio, il medico, il militare, il commerciante, l’impiegato, l’artista ma anche... il ladro, il molestatore, lo zingaro, il drogato, lo spacciatore, il truffatore etc.. Sono questi gli scenari in cui si trova ad operare la Guardia Particolare Giurata.
Su un treno con oltre 600 persone, con un giovane capotreno preposto al controllo dei titoli di viaggio ed un macchinista chiuso in cabina di guida, la GPG in servizio o meglio la pattuglia di GPG, diviene il concreto effettivo punto di riferimento per tutti i viaggiatori.
Questi operatori devono esprimere autorevolezza, ben consapevoli del ruolo cui sono preposti. E’ questa la scommessa che occorre fare per il futuro e investire concretamente su questi temi per dare loro (GPG) forti reali motivazioni e l’orgoglio dell’appartenenza.
Provengo (prima di divenire Dirigente d’Azienda) da una rigorosa e selettiva “vita militare”, sono orgogliosamente un Ufficiale dei Carabinieri in congedo (circa 30 anni di servizio) e mi sento di suggerire - per quella che è la mia esperienza e per il numero di GPG incontrate in 17 anni da Dirigente d’Azienda - che i modelli di formazione vanno rivisitati in linea con quegli aspetti di vita quotidiana prima accennati. Selezioni, livelli culturali, materie di studio, preparazione operativa, cura della persona etc. devono essere approcciati non solo in ottica di maggior qualità da esprimere in servizio, ma soprattutto con una attenzione maggiore all’individuo - GPG - al fine di responsabilizzarlo ed ancor più valorizzarlo.
4. Sul piano delle tecnologie, di quali sistemi/applicazioni sarebbe più utile dotare gli operatori?
Nei decorsi anni, in Trenord, abbiamo sperimentato un’applicazione installata sui palmari dei capi treno, ove con un “menu a tendina” si consente al capotreno di segnalare in tempo reale criticità di diverso genere a seconda della gravità, con indicati data orario progressiva chilometrica e numero treno.
Applicazione sempre più perfezionata ed affinata che ad oggi consente di riassumere periodicamente tutti gli eventi. I dati venivano poi condivisi con la Polizia Ferroviaria e oltre ad essere uno “strumento” storico, nei casi di criticità potevano essere estratti e subito trasmessi. Stessa cosa per le telecamere a bordo treno. Si è poi eseguita una sperimentazione per parecchi mesi con utilizzo delle body camera.
E’ stata un’esperienza interessante che ha prodotto anche un meticoloso lavoro tecnico non solo dei tecnici dell’azienda produttrice ma e direi soprattutto dei miei collaboratori in Security. E’ stata quindi creata o una “Control Room Security”, ancor oggi molto apprezzata, che riceveva segnale e immagini anche dalle zone più lontane, ripenso alle fatiche ad esempio per assicurare le “coperture” di segnale da zone remote, o non pianeggianti, come la Valtellina.
Ci siamo riusciti ma poi per altre ragioni e “scelte” aziendali, non si è proseguito. L’esperimento comunque è stato utile e da quanto osservato, si era dimostrato un buon “deterrente”.
Abbiamo effettuato questo esperimento solo con personale di Security. I motivi erano di voler evitare che un capotreno, non adeguatamente preparato, potesse essere oggetto di attenzione di malintenzionati che oltre ad aggredirlo potevano sottrargli lo strumento.
I “ragazzi” di Security operavano in coppia con giubbetti catarifrangenti ben visibili, in un predisposto programma con salite e discese da treni diversi in determinate Stazioni, privilegiando le fasce orarie del mattino (pendolari) e del tardo pomeriggio e sera, in costante contatto con la Control Room presidiata H24. Control Room che via via è divenuta un fattivo concreto ed apprezzato punto di riferimento non solo con la Polfer - con la cui Centrale Operativa Compartimentale si è attuato un diretto sistema di comunicazione - ma anche con le Prefetture, la Sala controllo di Malpensa, le Centrali Operative dei Carabinieri etc..
Di fatto nel tempo affinando metodi e tecnologia si è giunti ad un qualificato ed apprezzato contesto di gestione del quotidiano ed ancor più dell’emergenza. A titolo di esempio, si è affinato il sistema per cui in casi di smarrimento di persona, seguito richiesta di Organo di Polizia, si riesce nell’immediato, ricevute generalità e foto, a diffonderle in tempo reale sui palmari di tutti i capitreno dei treni circolanti nella Regione.
Quante persone rintracciate e posso dire, in silenzio talvolta “salvate”. Con l’evoluzione tecnologica, quanto faticosamente pensato e costruito può solo evolversi e migliorare.
Ma al di là dei sistemi e applicazioni tecniche, la differenza come sempre è l’individuo. La professionalità, la dedizione, l’arguzia e la disponibilità, non sono strumenti in vendita.
Vorrei cogliere quest’occasione per porgere un sentito Grazie alle Donne e Uomini della Security Trenord che (dal gennaio 2011 - nascita dell’Azienda) ho avuto il privilegio di selezionale, formare e dirigere sino all’agosto 2022, mio collocamento in pensione.