Consip, Gratteri e la questione cinese

editoriale di essecome

Ricapitolando come consuetudine di fine anno gli avvenimenti più rilevanti per il settore, vediamo che il 2024 ha portato numerose e importanti novità. Spiccano secondo noi la direttiva NIS 2 e il regolamento DORA per la cybersecurity che, assieme alla nuova CEI 79-3 per l’antintrusione di prossima pubblicazione, daranno una spinta poderosa alla qualificazione delle professionalità ed alla qualità certificata di prodotti e servizi.
Su piani diversi, si dovrebbero ricordare anche il nuovo CCNL della vigilanza e l’uscita di Bosch dal mercato della sicurezza ma riteniamo utile dedicare queste poche righe all’approfondimento di un tema assai delicato che a nostro avviso richiede un chiarimento urgente.

Il tema è la “questione cinese”, ovvero l’affidabilità dei dispositivi elettronici made in China, inaspettatamente riaperta nel 2024 dopo un lungo silenzio dalla notizia in aprile di un provvedimento della Commissione per verificare le operazioni in Europa di un’azienda controllata dal governo cinese.
Questo produttore avrebbe venduto nell’arco di un decennio a oltre 180 stazioni appaltanti gli scanner per controllare bagagli e merci in porti e aeroporti dell’Unione ma solo adesso i solerti funzionari di Bruxelles si sarebbero accorti che gli scanner venivano venduti a prezzi inavvicinabili dai produttori europei e che giravano sospetti che potessero raccogliere dati personali da inviare a Pechino per sorvegliare discretamente i nostri comportamenti.
Malgrado l’ampia visibilità della questione, in ottobre la nostra Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ha comprato una decina di apparati dello stesso produttore facendo nascere l’interrogativo se fosse o meno al corrente dell’intervento della Commissione Europea e, in caso affermativo, perché non abbia atteso la conclusione dell’inchiesta di Bruxelles.

Sulla questione è inaspettatamente intervenuto Nicola Gratteri, attuale Procuratore della Repubblica a Napoli, che, partecipando alla puntata del 18 novembre di “Otto e Mezzo”, ha esternato una serie di accuse a Consip a proposito della mancanza di sicurezza dei dispositivi elettronici e, perfino, delle auto blindate acquistate in Cina perché costerebbero di meno.
Ha affermato di non utilizzare le tecnologie fornite dal Ministero della Giustizia e comprate da Consip e che “per la sicurezza bisogna uscire da Consip”.
Il dottor Gratteri ha quindi dichiarato testualmente: ”noi abbiamo comprato le telecamere che avevano un microchip che portava il segnale all’estero, le nostre telecamere sulla nostra sicurezza!”

Orbene, da semplici cittadini rispettosi delle istituzioni, riteniamo che una simile esternazione pubblica non possa che implicare la conoscenza di fatti non divulgati o non divulgabili a supporto dell’affermazione.
Ci aspettiamo, pertanto, che vengano presi immediatamente i dovuti provvedimenti a tutela dei cittadini e dello Stato, a partire dallo smantellamento delle telecamere sospette installate negli obiettivi sensibili, come già hanno fatto altri Paesi pur non avendo divulgato prove oggettive dell’asserita pericolosità.

Da redattori di una testata tecnica specializzata in sicurezza che si è occupata della “questione cinese” fin dall’inizio per informare tutte le funzioni interessate, dalla Consip ai consumatori finali, dei dubbi e dei potenziali rischi connessi all’utilizzo di dispositivi in rete, ci permettiamo di chiedere se sia possibile avere maggiori dettagli sulle vicende citate evidenziando l’allarme sociale che possono causare le esternazioni di un magistrato dell’autorevolezza e della visibilità del dottor Gratteri, al quale non sfuggiranno le imponenti implicazioni economiche, operative e politiche della questione.

Siamo a disposizione per dare tutto lo spazio e la visibilità a quanto ci verrà inviato in proposito.

(In caso di riproduzione anche parziale, citare la fonte)

 

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