Vigilanza, la ripresa del settore deve partire dall’integrazione nel sistema di sicurezza Paese
Maria Cristina Urbano, Presidente ASSIV, fa il punto della situazione di un settore di fronte ad un rinnovo del CCNL quanto mai problematico, mentre gli effetti della crisi generale scatenata dalla pandemia si sommano a quelle strutturali che si trascinano da anni. L'integrazione nel sistema di sicurezza Paese permetterebbe il rilancio del comparto e il recupero di risorse pubbliche.
Quali potrebbero essere le direttrici per il rilancio del comparto quando si uscirà dall’emergenza sanitaria?
Una maggiore apertura del mercato. Penso a cosa significherebbe per noi una completa integrazione nel sistema sicurezza Paese. Da un lato porterebbe indubbi benefici, tra i quali il risparmio e il recupero di risorse che la Pubblica Amministrazione potrebbe destinare al potenziamento delle Forze dell’Ordine, sia per quanto attiene gli organici che gli equipaggiamenti e la formazione.
Dall’altro, permetterebbe alle GPG di potenziare ed allargare il perimetro delle attività a servizi quali: la scorta a detenuti; l’accompagnamento per il rimpatrio di immigrati clandestini; i servizi di sicurezza agli Hot Spot, ai CARA, ai CPR, alle carceri (escluse quelle di massima sicurezza); il monitoraggio e la sorveglianza periodica ai condannati a pene alternative alla detenzione; la gestione, tramite le Centrali Operative degli Istituti di Vigilanza, dei segnali di sicurezza provenienti dai braccialetti elettronici e da ogni altro apparato destinato ad impedire l’allontanamento di persone soggette a misure restrittive della libertà personale; la possibilità di svolgere attività di vigilanza privata all’estero, a difesa di nostri asset strategici, sia pubblici che privati, e del personale italiano ivi impiegato.
Anche la sicurezza urbana potrebbe beneficiare grandemente della integrazione fra attività pubbliche e private, se Comuni e Prefetture riconoscessero agli istituti di Vigilanza Privata il ruolo già delineato dalle norme di settore, traendone esiti di reciproca soddisfazione.
Attività, queste, tutte da svolgere sotto il controllo ed il coordinamento delle Forze dell’Ordine, per le quali gli Istituti di Vigilanza possiedono riconosciuta capacità organizzativa, strumenti tecnologici di altissima qualità e risorse materiali ed umane altamente qualificate.
L’allargamento del perimetro di attività delle guardie particolari giurate, in sintesi, garantirebbe:
- recupero di risorse da parte della PA;
- aumento ed efficientamento dei presidi e delle attività di monitoraggio, prevenzione e repressione dei reati sul territorio attraverso l’integrazione dei sistemi pubblico/privati;
- diffusione della cultura della sicurezza;
- aumento di posti di lavoro per personale di sicurezza decretato ed altamente qualificato.
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