Cosa sta cambiando nelle Norme UE per i sistemi di rivelazione automatica d’incendio (2^ parte)

Nella seconda parte dell'articolo dell'ing. Pier Giorgio Marelli sui cambiamenti in corso per la famiglia di norme EN 54 per i sistemi di rilevazione automatica d'incendio, ci si interroga sulle possibili conseguenze di una de-regulation che consentirebbe di immettere sul mercato rivelatori di incendio che non hanno superato alcuno dei fire test previsti dalle norme attuali.

A quale logica ed a quali interessi risponde un cambio di rotta della portata descritta nella 1^ parte di questo articolo che, oltre tutto, sembrerebbe andare in controtendenza rispetto allo scenario generale europeo che parrebbe invece orientato ad armonizzare sempre più regolamenti e normative?

E’ difficile poter indicare quali siano le logiche a sostegno di questo cambiamento, studiato e sviluppato da esponenti dell’industria europea della fire detection, tramite le proprie organizzazioni; rileggendo l’articolo pubblicato su securindex del 29 marzo scorso, relativo alle previsioni di sviluppo del mercato mondiale della Fire Detection, notiamo che un fattore di crescita è individuato nel rinnovamento del parco installato con sistemi che rispettino le “nuove rigorose normative emesse”; sembrerebbe che le scelte europee in materia di armonizzazione viaggino in controtendenza.
In ambito UE però abbiamo un ulteriore parametro su cui fare una riflessione, partendo dalle osservazioni presentate nella sez. 3 della relazione “COM(2016) 445 final” che, da un lato evidenzia “la necessità di uniforme applicazione del sistema di informazioni sulla prestazione del prodotto istituito dal CPR affinché il medesimo sia efficiente”, mentre dall’altro stigmatizza come in diversi Stati Membri continui a persistere l’impiego di marchi nazionali, requisiti prestazionali e sistemi di AVCP più “esigenti” (di quelli CPR), imposti da compagnie di assicurazione ovvero associati a incentivi finanziari, o marcature volontarie.
Sono tutti fattori che, di fatto, impediscono indebitamente la libera circolazione dei prodotti da costruzione provvisti della marcatura CE, come confermato anche in sentenze della Corte di giustizia dell’Unione europea. La portata di tale sentenza nel quadro del CPR ed in tutte le norme armonizzate conferma il carattere obbligatorio di un “linguaggio tecnico comune”...

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