ASSIV accoglie i servizi fiduciari e pensa alla privatizzazione delle carceri
Roma - L’assemblea di ASSIV, l’associazione nazionale degli istituti di vigilanza privata aderente a Confindustria, ha approvato la modifica allo statuto per consentire l’ampliamento della platea associativa, includendo anche le aziende che svolgono le attività di servizi fiduciari.
L’assemblea ha inoltre rinnovato il consiglio direttivo composto da 21 membri in rappresentanza delle imprese associate, confermando Matteo Balestrero alla presidenza per il triennio 2013-2016 e Marco Caviglioli consigliere delegato alla Tesoreria.
Durante la parte pubblica dell’assemblea, Paolo Chiari di Clarium ha presentato la ricerca effettuata sui risultati del 2012 che ha confermato la permanenza della crisi del settore, La ricerca, condotta su un campione rappresentativo delle oltre 850 imprese del settore, evidenzia in primo luogo un incremento del ricorso alla CIG straordinaria e in deroga ad un tasso costante del 32,41% nel triennio 2010-2012, per un totale di 4,7 milioni di ore, concentrate per il 64% nell’Italia meridionale. Il ricorso maggiore agli ammortizzatori sociali è stato registrato nel 2012, con oltre 2,2 milioni di ore di cassa integrazione,. con un significativo disavanzo di 7,5 milioni tra imposte pagate (20,7) e i versamenti ottenuti dalla Cassa Integrazione Guadagni (28,2).
L’esercizio 2012 ha fatto anche registrare le peggiori performance reddituali del triennio per le aziende di vigilanza. L’analisi del conto economico aggregato di settore, dopo un lieve miglioramento tra il 2010 e il 2011, mostra un netto peggioramento nel 2012 sia per i margini operativi (Ebitda) scesi del -17,5%, sia in termini di redditività con l’utile netto aggregato sceso del -133,7% rispetto al 2011. Dai dati emerge una tendenza ad un maggiore difficoltà finanziaria delle aziende del comparto, evidenziata da un aumento del peso dei crediti commerciali, che nel 2012 hanno inciso per il 44% sull’attivo patrimoniale e sono cresciuti del 23% sul 2011 a fronte di un andamento quasi stabile del valore della produzione.
Il neo rieletto presidente Balestrero ha affermato che il modelllo dell’istituto di vigilanza tradizionale è finito per sempre, con la conseguente necessità di trovare nuove strade per i servizi di sicurezza privata. In particolare, ha evidenziato le opportunità che potrebbero derivare dalla privatizzazione di alcune attività del sistema carcerario, in linea con quanto avviene da tempo in altri paesi. Il confronto tra il costo del sistema carcerario italiano, con 40.000 euro per detenuto all’anno contro i 19.000 in USA e Spagna, sta a dimostrare le possibilità di risparmio di denaro pubblico che si potrebbero conseguire. Balestrero ha annunciato la possibilità di coinvolgere ANIE e ANCE, l’associazione dei costruttori edili, per lo formulazione di interventi in project financing per i complessi carcerari di nuova costruzione.
A cura di Raffaello Juvara