La sicurezza delle cose nell’era digitale: Shrinkage, un problema per Logistica e Retail

In piena emergenza da COVID-19, essecome apre una sezione dedicata alla sicurezza del mondo della Logistica, "scoperto" in questi giorni dalle persone costrette a casa. Quali sono le principali minacce per le "cose" trattate dagli operatori della Logistica? Risponde Pietro Pedone, membro del Council of Supply Chain Management Professionals (CSCMP) Italy Roundtable.

La crisi sanitaria sta producendo effetti importanti sulle modalità di vita delle persone e sui cicli funzionali delle organizzazioni, costringendo gli italiani, in particolare, a recuperare il ritardo accumulato negli anni passati nell'uso degli strumenti e dei servizi digitali. E-commerce e lavoro a distanza sono oggi due pilastri essenziali per il mantenimento delle funzioni vitali del paese ma, passata l'emergenza, potranno diventare driver funzionali alla ripresa.
In realtà, l'e-commerce aveva già fatto comprendere le sue formidabili potenzialità negli anni precedenti andando a stravolgere la distribuzione al dettaglio, da una parte mettendo in crisi il modello di business tradizionale delle catene del Retail; dall'altra facendo scoprire anche ai consumatori finali il mondo della Logistica, fino ad allora rimasto in gran parte sconosciuto.
Mondo che, se prima della trasformazione digitale era di importanza strategica per l'industria, oggi è diventato in pratica l'unico depositario e gestore di tutte le "cose" che servono ad ogni persona. Di conseguenza, anche gli aspetti legati alla sicurezza globale (fisica e logica) delle merci trattate dagli operatori della logistica assumono una valenza diversa.

Con il termine “shrinkage” quali tipi di perdite si definiscono nella catena logistica?
Il termine inglese “shrinkage” include qualunque tipo di perdita o riduzione dei prodotti, nella quantità o nel valore, lungo la catena logistica: riduzioni quindi in numero di pezzi o in peso o, anche, perdite di valore per danneggiamenti o per obsolescenza o per decadimento della fungibilità originaria. Il termine “shrink” è tipicamente usato per un tessuto che si ritira (al lavaggio) e anche, in estensione, per gli sfridi di lavorazione delle stoffe, delle lamiere in metallo e, nel food, per gli scarti o residui di lavorazione, come avviene nell’ortofrutta, nelle carni o nei formaggi. Importante è localizzare l’origine dello shrinkage lungo la catena logistica: nel punto di vendita, nel trasporto, nel CeDi, dappertutto ci possono essere punti deboli o falle”...

(immagine: Affari foto creata da senivpetro - it.freepik.com)

Clicca qui sotto per leggere l'intervista a Pietro Pedone di essecome online 3/2020:

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