Presentato a Las Vegas l'abito che inganna i sistemi di lettura targhe

I lettori automatici di targhe automobilistiche che utilizzano telecamere IP con software di video analisi per controllare i movimenti delle auto nelle città potrebbero aver trovato un serio avversario in forma di una T-shirt. O di un abito. O di una felpa. Secondo quanto riportato dal The Guardian, la hacker e stilista di moda Kate Rose ha presentato la collezione di "Adversarial Fashion" alla convention di hacker DefCon, che si è tenuta a Las Vegas dall'8 all'11 agosto.

All'occhio umano, il tessuto realizzato da Rose riporta le parole del IV emendamento della Costituzione US in lettere gialle in grassetto. L'emendamento, che protegge gli americani da "ricerche e sequestri non motivati", è stato un'importante difesa contro molte forme di controllo da parte del governo. Nel 2012, per esempio, la Corte suprema ha stabilito che la polizia non poteva nascondere localizzatori GPS sulle auto senza un mandato.

Ma ad un lettore di targhe (ALPR), il tessuto appare come una raccolta di targhe automobilistiche, che aggiungerà al database del sistema proprio come se esistessero realmente. L'idea di base è di rendere meno efficace, più costoso e più difficile utilizzare questo tipo di sorveglianza senza supervisione umana, al fine di rallentare la transizione verso ciò che Rose chiama "raccolta di dati personali di identificazione visiva".

"E' un sistema di sorveglianza di massa altamente invasivo, che entra in ogni momento della nostra vita, raccogliendo migliaia di targhe al minuto - ha detto Rose - Ma se può essere ingannato da un semplice tessuto, forse non dovremmo affidarci ad esso per questioni di grande importanza..."

ll tessuto anti-ALPR è solo l'ultimo esempio di "moda antagonista", sebbene sia il primo dedicato ai lettori di targhe automobilistiche. Nel 2016 l'artista e tecnologo di Berlino Adam Harvey ha partecipato alla ricerca internazionale Hyphen-Labs per produrre Hyperface, un tessuto stampato con un modello apparentemente astratto, progettato per innescare processi di riconoscimento facciale da parte dei lettori automatici.

Leggi l'articolo in inglese del The Guardian

 

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