Calata nel 2016 al 2,3% la crescita delle telecamere in Cina

Secondo l'ultimo rapporto Video Surveillance Intelligence Service di IHS, (fonte: SecurityWorldMarket Global) il numero di telecamere installate in Cina nel 2016 è aumentato solo del 2,3% a 58,2 milioni di pezzi, molto ridotto rispetto al 2015 (+34,6%), 2014 (+38,5%) e 2013 (+29,6%). Per IHS, questa brusca frenata sarebbe dovuta alla saturazione del mercato cinese raggiunta negli anni precedenti, per cui le vendite sarebbero ormai più dovute alle sostituzioni del parco esistente che non alle nuove installazioni.

Il rapporto IHS del 2016 smentisce nettamente le proprie previsioni dell'anno precedente, dove è stato affermato che la caduta dei prezzi avrebbe sostenuto l'aumento delle quantità vendute (leggi).

In attesa di conoscere i dati consuntivi del fatturato, è quindi ragionevole prevedere che il 2016 abbia chiuso per la prima volta con un segno negativo, alla luce del fatto che la modesta crescita nel 2015 (+1,9%) era stata determinata esclusivamente dal maggior numero di pezzi venduti. Una situazione del tutto nuova anche per il mercato globale, considerando che la crescita a due cifre del mercato interno degli anni passati aveva procurato ai produttori cinesi le risorse per attuare le aggressive politiche commerciali negli altri mercati regionali, in relazione al fatto che nel 2015 quella regione valeva da sola il 40% del totale.

Secondo IHS, la battuta d'arresto dell'hardware della videosorveglianza dovrebbe venire compensata nei prossimi anni da una robusta crescita dei software di analisi video e dai componenti di archiviazione (NVR), i cui prezzi sarebbero già in via di aumento. Ma l'auto-apprendimento per affinare le applicazioni di riconoscimento facciale e di lettura targhe potrà essere un motore sufficiente per consentire il CAGR (crescita media annuale) del 12,4% fino al 2021 indicato da IHS, per passare dagli attuali 6,4 miliardi di dollari a 11,4 miliardi?

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