Il Garante della Privacy concede 12 mesi per la conservazione delle immagini
Il Garante per la Protezione dei Dati Personali ha stabilito che, nel caso di attività produttive particolari soggette a normative europee, può venire autorizzato l’allungamento del tempo di conservazione delle immagini registrate dai sistemi di videosorveglianza.
Con il documento web 2340448 pubblicato lo scorso 27 marzo, l’Autority ha infatti concesso a una società italiana accreditata per la fabbricazione di carta moneta per stampare banconote euro, la possibilità di conservare fino ad un anno le immagini riprese dal proprio sistema di videosorveglianza. La cartiera aveva richiesto una verifica preliminare per avere l'autorizzazione all'allungamento dei tempi di conservazione delle immagini registrate dagli impianti di videosorveglianza installati presso le proprie sedi, per rispettare le regole stabilite dalla Bce. "La Banca Centrale, in forza del suo potere normativo vincolante, concede l'accreditamento di sicurezza ai fabbricanti di carta moneta solo a fronte del rispetto di alcune norme minime di sicurezza, che impongono, in particolare, ai produttori di banconote euro accreditati di conservare per almeno dodici mesi le immagini registrate dai sistemi di videosorveglianza installati presso i siti produttivi. Il Garante, dopo aver valutato la peculiarità dell'attività produttiva svolta e le specifiche regole europee di settore, sulla base di quanto previsto dal Codice privacy, ha ritenuto i sistemi di videosorveglianza in questione conformi ai principi di pertinenza e non eccedenza e ha ammesso la conservazione delle immagini registrate per un periodo massimo di dodici mesi." (Newsletter del Garante 2339483)
In relazione alla particolarità del caso, una cartiera che produce carta moneta, la determina del Garante apre scenari innovativi rispetto ai vincoli sui tempi di conservazione delle immagini registrate dai sistemi di videosorveglianza, fin qui imposti alle aziende italiane. Una maggior attenzione alle esigenze di sicurezza legate alle specifiche attività svolte, potrebbe infatti aiutare soggetti strutturalmente esposti agli attacchi della criminalità predatoria, come la grande distribuzione e i negozi a rischio, anche in assenza di normative europee.
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