Tribunale Milano, forse il metal detector ha suonato ma nessuno è intervenuto
Clamorosa svolta nelle indagini sulla strage nel Tribunale di Milano: secondo quanto starebbe accertando la Procura di Brescia, l'assassino sarebbe entrato da uno dei varchi dotati di metal detector che avrebbe dato un allarme, ma le guardie giurate non l'avrebbero fermato.
Pare, infatti, che la ricostruzione iniziale, secondo la quale Claudio Giardiello era passato dal varco laterale di via Manara, privo di metal detector e presidiato da portieri non armati, non sarebbe stata confermata dall'esame delle registrazioni delle immagini. Sembra, invece, che sia entrato dalla porta posteriore di via S. Barnaba, con il metal detector che avrebbe dato l'allarme ma il personale di servizio in quel momento lo avrebbe fatto passare senza effettuare i controlli previsti con il metal detector manuale.
Se questa ricostruzione venisse confermata, viene commentato che potrebbe cambiare il quadro delle responsabilità, con gli istituti di vigilanza del raggruppamento di imprese titolari dell'appalto che potrebbero dover rispondere in sede civile dei risarcimenti per le vittime. Inoltre, anche le autorità di PS potrebbero avviare accertamenti in sede amministrativa se il comportamento delle guardie, nel momento in cui Claudio Giardiello sarebbe transitato con una pistola in tasca rilevata dal metal detector, non avesse rispettato le disposizioni del regolamento questurile e del capitolato di appalto.
Un altro elemento più volte evidenziato dalle cronache è la scarsa qualità dei fotogrammi a disposizione degli inquirenti, raccolte dai sistemi di videosorveglianza in funzione sia in via Manara che negli altri accessi: le immagini non consentirebbero infatti di risconoscere le persone riprese mentre entrano nel Tribunale e, quindi, di ricostruire con esattezza il percorso dell'assassino.
A cura della Redazione