Gli scanner cinesi dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli diventano un caso politico

Come segnalato dal South China Morning Post e ripreso dalla stampa italiana, l'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli italiana ha acquistato a settembre con i fondi del PNRR sei scanner mobili per altrettanti porti italiani e quattro scanner a retrodiffusione di raggi X dall'azienda cinese Nuctech malgrado sia inquisita da tempo dalla UE per i problemi di sicurezza e presunto dumping di Stato.

Il giornale di Hong Kong sottolinea che Bart Groothuis, un europarlamentare olandese, ha esortato le autorità italiane a tornare sui propri passi.
"La portata dell'atteggiamento 'nessun problema' è sconcertante", ha affermato Groothuis, che in precedenza era il massimo funzionario della sicurezza informatica nei Paesi Bassi.
"I fondi dell'UE destinati a proteggere i nostri confini non dovrebbero andare a una società cinese legata all'esercito che è sotto inchiesta per sussidi ingiusti."

Il Foglio scrive che "L’attenzione cinese ai porti, soprattutto a quelli italiani, è nota da tempo. Il 18 giugno scorso, su segnalazione dell’intelligence americana, sono stati sequestrati al porto di Gioia Tauro due droni Wing Loong 2 nascosti in un cargo cinese e destinati alla Libia del generale Khalifa Haftar. Attraverso il Golden power italiano, una delle norme sul controllo degli investimenti stranieri più potente a livello europeo, il governo italiano ha bloccato diverse acquisizioni in Italia da parte della Cina e, ai tempi del governo Draghi, ha usato i poteri speciali pure per fermare l’uso di componenti della cinese Huawei nella rete strategica del 5G italiana."

Continua il Foglio: "Eppure il caso della Nuctech nei porti italiani sembra essere passato inosservato, e rischia adesso di essere particolarmente complicato da risolvere per Palazzo Chigi. Bloccare ora l’acquisizione significherebbe dover affrontare un eventuale ricorso al Tar da parte di Nuctech e l’ira diplomatica di Pechino.
Rebecca Arcesati, analista del Merics, spiega al Foglio che in questa vicenda non è applicabile il controllo degli investimenti da parte dell’Ue.
Il caso dovrebbe essere sollevato dal ministero dell’Economia guidato da Giorgetti, che controlla l’Agenzia delle Dogane, o da quello dei Trasporti di Salvini, che a fine settembre in un discorso all’ambasciata cinese a Roma ha detto: “Siete un modello dal punto di vista dello sviluppo di ponti, porti, aeroporti”."

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