Nel Regno Unito nasce un codice per le telecamere
Un codice di condotta per rafforzare la protezione della privacy e la trasparenza nell’uso delle telecamere di sorveglianza. Lo introduce il Regno Unito, dove la presenza di videocamere è molto diffusa: rappresentano il 20 per cento di quelle mondiali (fonte: Euronews). Un campo in cui il limite tra protezione e invasione della vita privata è sottile.
“Da un lato va bene, perché ti senti più protetto”, sostiene un abitante della capitale britannica. “Ma dall’altro lato essere continuamente osservati può essere un’invasione della privacy”. La rappresentante di un gruppo per la difesa della privacy lamenta la mancanza di pene e ritiene che sarebbe più efficace dispiegare più poliziotti invece di investire denaro in telecamere. “Abbiamo bisogno di un codice di condotta che sia più di un codice”, afferma Emma Carr, vice-direttrice di Big Brother Watch. “Deve avere valore di legge nel senso che in caso di violazione – che il responsabile sia un operatore pubblico o privato nel campo delle videocamere di sicurezza – vengano applicate pene che stabiliscono che è stata violata la protezione dei dati e che il responsabile debba risponderne davanti alla giustizia”.
Ali May, Euronews: “Quando George Orwell s’inventò “il grande fratello vi guarda” nel suo libro “1984”, non poteva immaginare che il suo Paese, mezzo secolo dopo, avrebbe usato un quinto delle telecamere a circuito chiuso a livello mondiale per osservare i movimenti della gente, figuriamoci se poteva addirittura immaginare la creazione di un codice professionale per regolamentarne l’uso”.
Le nuove regole peraltro non rallenteranno la crescita del mercato della videosorveglianza nel Regno Unito, secondo IHS, primario istituto di ricerca del settore. L'introduzione da parte del governo di un nuovo codice di regolamentazione per al videosorveglianza non avrà un impatto di rilievo sulla crescita prevista in questo settore.
Il Regno Unito è uno sbocco importante per i produttori di sistemi di videosorveglianza, essendo il quarto mercato nazionale al mondo dopo Cina Usa e Giappone. Il nuovo codice di regolamentazione suggerisce regole di condotta per la videosorveglianza in aree pubbliche in Inghilterra e Galles, ma l'adesione è volontaria e non sono previste sanzioni per la violazione delle norme del codice.
“Si stima che la videosorveglianza nelle aree pubbliche impieghi una percentuale piccola delle videocamere installate nel Regno Unito; la maggior parte sono all'interno di rpoprietà private,” spiega Josh Woodhouse, analista IHS per il mercato della videosorveglianza. “Inoltre il codice di regolamentazione non implicherà grosse preoccupazioni per i fornitori e installatori che operano in aree pubbliche, semplicemente perché sono abituati a soddisfare requisiti ben più stringenti in altri Paesi.”
Altre nazioni hanno in effetti regole più rigide, riguardo alla durata massima dei filmati che possono essere archiviati; in alcuni Paesi è fatto obbligo di esporre cartelli per avvertire che sono presenti sistemi di videosorveglianza nell'area.
Il boom di installazioni alla fine degli anni '90 e all'inizio del millennio ha portato a una rapida crescita del numero di telecamere di sorveglianza nel Regno Unito. Partendo dai dati storici di vendita di singole telecamere che IHS ha raccolto nel corso degli anni dai fornitori, e tenendo conto del tasso di sostituzione e delle nuove installazioni, l'Istituto di ricerca stima che le videocamere installate nel Regno Unito siano circa 4 milioni (dato 2012), una ogni 16 abitanti.
Nonostante la congiuntura sfavorevole, IHS prevede che il mercato della videosorveglianza nel Regno Unito crescerà fra il 2013 e il 2017. Parte di questa crescita sarà dovuta alle nuove installazioni, ma il grosso sarà dovuto alla sostituzione di sistemi obsolescenti con soluzioni più moderne.
“I nuovi sistemi offriranno migliore qualità delle immagini grazie all'alta definizione, alla gamma dinamica ampia e alla funzionalità giorno e notte,” ha rilevato Woodhouse. “ E nonostante il numero elevato di sistemi già installati nel Regno Unito, i produttori non dovranno ignorare l'opportunità che questo mercato nazionale continua a rappresentare.”