Il denaro contante come fattore di resilienza nelle situazioni di crisi

"Il contante non potrà scomparire del tutto perché, principalmente, sarebbe un’insopportabile limitazione della libertà individuale garantita dalla nostra costituzione". Con questa affermazione Luigi Rubinelli, presidente di ANIMA Sicurezza, si schiera nella disputa sull'uso del denaro contante che, nel periodo di crisi da Coronavirus, è stato riscoperto anche come fattore di resilienza.

Nel dibattito sull’utilizzo del contante, pare consolidarsi la consapevolezza che, per quanto si diffondano le forme digitali di pagamento, rimarrà sempre in circolazione una quantità fisiologica di banconote. Quali sono, secondo lei, gli ambiti irrinunciabili di utilizzo del contante?

Sono convinto che il contante non potrà scomparire del tutto perché, principalmente, sarebbe un’insopportabile limitazione della libertà individuale garantita dalla nostra costituzione. Nel nostro ordinamento esiste la presunzione di innocenza e non vedo per quale motivo si debba privare del diritto di possesso e di utilizzo del contante la stragrande maggioranza di cittadini che, fino a prova contraria, è onesta. Diverso è il problema della tracciabilità del denaro che rimane un aspetto tecnico che si può affrontare efficientemente senza eliminare il contante. Un secondo motivo riguarda i fornitori dei servizi digitali che consentono l’utilizzo della moneta elettronica. Queste società saranno (lo sono già) in possesso di tutte le informazioni che ci riguardano, profili, abitudini, posizioni, ecc. e, nonostante le leggi a tutela della privacy, saremo in balia di soggetti che potrebbero manipolare le nostre capacità di libera scelta. Un terzo motivo, non meno importante dei precedenti, è l’affidabilità della tecnologia sulla quale si fonda la disponibilità del pagamento elettronico...

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