COVID-19: contrasto e prevenzione tra tecnologia, privacy e criteri da seguire

"L’emergenza epidemiologica di queste settimane ha richiesto interventi da parte delle autorità competenti e confronti serrati anche su temi che coinvolgono l’utilizzo delle tecnologie, la tutela dei diritti e la privacy per prevenire e, soprattutto, contrastare la diffusione del virus COVID -19.

Sin dal primo momento, nonostante l’errato messaggio rispetto ad una “sospensione” della privacy - messaggio spesso veicolato dal clima poco sereno del momento - è stato invece chiaro l’invito rivolto dalla stessa Autorità Garante per la protezione dei dati italiana e anche dal gruppo EDPB (Comitato Europeo per la protezione dei dati), a non prendere iniziative “fai da te” ma, soprattutto, a non considerare la privacy come un ostacolo.

E’ stato pure ribadito che la finalità di prevenzione dalla diffusione del Coronavirus potesse essere invece svolta da soggetti che istituzionalmente esercitano queste funzioni in modo qualificato, secondo i requisiti richiesti ai fini del trattamento per tutelare i soggetti coinvolti ovvero in base alla normativa vigente.

Sul tema, è tornato il protocollo siglato il 14 marzo sulla sicurezza sui luoghi di lavoro, nel quale è emerso come potesse essere possibile il trattamento anche da parte dei soggetti privati - pur dovendo garantire il rispetto dei principi normativi di cui al GDPR - per perseguire finalità quali la tutela dei lavoratori, la loro salute e, dunque, la prevenzione nei luoghi di lavoro.

Il tutto operando un bilanciamento degli interessi coinvolti e raccogliendo i dati necessari e pertinenti allo scopo, pertanto secondo i principi di proporzionalità, minimizzazione e adeguatezza..."

Leggi l'articolo pubblicato in essecome online 3/2020

 

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