Revisione prezzi dei servizi di vigilanza, il punto della situazione

intervista all’avv. Domenico Gentile Bottari - moderatore della tavola rotonda ANIVP 18 giugno 2024

In occasione dell’assemblea dell’ANIVP del 18 giugno scorso, si è tenuta una tavola rotonda sul tema della revisione prezzi nel nuovo codice appalti.
Si è discusso, in particolare, di come fronteggiare l’aumento del costo del lavoro che gli istituti di vigilanza hanno dovuto affrontare in quest’ultimo anno, con incrementi che hanno toccato punte del 25%.
Quali sono gli strumenti immaginati per fronteggiare quest’inedita situazione?

Alla tavola rotonda hanno partecipato interlocutori di grande prestigio, tutti impegnati, sui diversi fronti istituzionali, nell’applicazione del nuovo codice dei contratti pubblici, che sul tema della revisione prezzi ha introdotto novità di rilievo, a partire dall’introduzione del principio dell’equilibrio contrattuale.
Ciò detto, tutti i partecipanti alla tavola rotonda hanno manifestato piena consapevolezza circa il fatto che, rispetto ad altri comparti, il settore della vigilanza privata è stato interessato, negli ultimi tempi, da un notevole incremento dei costi della manodopera, dovuto a fattori contingenti che non consentono di dubitare circa il fatto che l’aumento incontrollato di tale voce di costo costituisca un “evento imprevisto e imprevedibile”, quantomeno nella misura, e che possa e debba dunque dar luogo a modifiche del contratto in corso d’esecuzione.
Si è trattato, in particolare, di un duplice rinnovo del CCNL di settore nell’arco di un anno, intervenuto peraltro dopo una lunga attesa e sulla spinta dell’intervento “a piedi uniti” della Corte di Cassazione – Sez. Lavoro, che ha dichiarato il CCNL Vigilanza Privata e Servizi Fiduciari sotto la soglia di povertà, imponendo all’impresa di riconoscere una retribuzione minima pari a quella riconosciuta dal CCNL Multiservizi. A ciò – come altrettanto noto – ha fatto seguito il commissariamento di alcune grandi imprese del settore della vigilanza privata e dei servizi fiduciari, questa volta ad opera del giudice penale, il quale, per “liberare” le aziende commissariate, ha poi imposto l’adeguamento delle retribuzioni a prescindere dal rinnovo del CCNL: in pratica una “sostituzione” della magistratura, civile e penale, che non si vedeva dai tempi di tangentopoli. Il che dovrebbe far riflettere il Legislatore, all’atto in cui (entro il 15 novembre 2024) va recepita la direttiva europea 2022/2041 relativa ai “Salari minimi adeguati nell’unione europea”. Le direttive, com’è noto, non vincolano gli Stati membri oltre quanto strettamente necessario, e in questo senso la richiamata direttiva lascia liberi gli stati membri di delegare alle parti sociali la fissazione delle retribuzioni minime o di prevedere un salario minimo di legge. Quanto accaduto nel settore della vigilanza evidenzia tuttavia che spesso le parti sociali non sono state all’altezza del compito.
Per tornare al tema della tavola rotonda, ho detto che è emersa grande consapevolezza in capo agli attori istituzionali (MIT, Ministero del lavoro, Consiglio di Stato e pubbliche amministrazioni) circa il fatto che il rinnovo del CCNL di settore non possa, in questo caso, essere considerato un evento prevedibile e che si debba dunque ricercare una soluzione per concedere la revisione prezzi anche ove non prevista...

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