Intelligenza artificiale e coscienza, è una questione di sicurezza

Perché un editore tecnico specializzato in sicurezza che si occupa di tecnologie, normative, formazione eccetera, dovrebbe entrare nel dibattito su coscienza e intelligenza artificiale (IA)?1
Cosa c’entra la consapevolezza dell’algoritmo con la lettura delle targhe dei veicoli al varco di una ZTL oppure il conteggio delle persone in un centro commerciale?
E quanto può interessare la differenza tra “intelligenza creativa” e “intelligenza generativa” a chi deve progettare un impianto di videosorveglianza?

Proviamo a spiegare.
Proprio il nostro lavoro di ricerca delle novità in campo tecnico ci aveva fatto “scoprire” la IA fin dal suo ingresso nel mondo della sicurezza, percepita inizialmente come una modalità per potenziare la videoanalisi sfruttando le capacità dei computer di raccogliere quantità immense di dati e di interpretarle in base alle istruzioni ricevute.
Le applicazioni di videoanalisi per l’antintrusione, il rilevamento incendi, il conteggio persone eccetera si sono diffuse rapidamente assieme al termine equivoco “intelligenza artificiale”2 senza particolari reazioni sul suo significato e le possibili implicazioni.
L’opinione pubblica si è preoccupata una prima volta sentendo parlare dell’impiego della IA nel riconoscimento facciale, semmai per i possibili utilizzi impropri da parte degli umani, non delle macchine alle quali hanno “insegnato” individuare i tratti somatici e associarli ai dati anagrafici.

La vera svolta è dovuta alla diffusione di ChatGPT che, a tutti gli effetti, offre l’impressione di interagire con una “cosa” che sembra capire e rispondere a tono, innescando tutti gli interrogativi del caso. Chiunque abbia provato ChatGPT si è meravigliato della sua capacità di “inter-legere” in modo autonomo e, anche se questa applicazione sia quasi di entertainment, in molti hanno cominciato a chiedersi seriamente se non sia davvero possibile che una macchina venga dotata della facoltà che noi umani amiamo considerare esclusivamente umana: la coscienza.
Si è così spostata l’attenzione dal piano puramente tecnico a quello etico con l’inevitabile dibattito che comporta il confronto tra due dimensioni apparentemente inconciliabili ma che, a questo punto, non possono più venire guardate separatamente. Per parlare di “coscienza delle macchine” è indispensabile conoscere i limiti e le potenzialità effettive di quelle macchine; dall’altra parte, chi le progetta o le utilizza dev’essere consapevole delle implicazioni e dei rischi legati all’uso incontrollato delle tecnologie per evitare danni agli altri ed a se stessi.3
Quest’ultima considerazione ci riporta nel nostro alveo, la sicurezza, ed al nostro compito di comunicare “buona informazione” anche su un argomento così elevato.
Per affrontare la sfida è nata l’idea di un “think tank” di esperti nelle discipline che si devono mettere a confronto per esaminare la questione nella sua ineludibile complessità.
Il think tank è strutturato in un nucleo stabile di tre esperti nelle materie di base che ringraziamo fin d’ora per aver accettato l’invito a partecipare all’avventura:
- prof. Francesco Caizzone, etica e filosofia
- ing. Angelo Carpani, tecnologia
- dott. Bruno Forti, psichiatria

Verranno invitati anche esperti di altre discipline e saranno accolti volentieri contributi spontanei al dibattito per allargare il fronte delle competenze, compresi interventi di rappresentanti di istituzioni e di operatori nazionali e internazionali.
Il tema verrà sviluppato partendo dall’analisi del quadro attuale per delineare i possibili sviluppi con i conseguenti rischi e opportunità. Anche se dal confronto dei diversi punti di vista emergessero conclusioni non condivise, tutti i contenuti verranno pubblicati nella piattaforma multimediale di securindex e sui canali social per raggiungere anche lettori diversi dall’audience della sicurezza professionale.
Verranno prodotti articoli, video podcast, webinar e si parteciperà ad eventi in presenza per dibattere e interagire con il pubblico, accettando il patrocinio di istituzioni e di aziende interessate ad associare il proprio logo al think tank per promuovere l’immagine.

Il primo round è la presentazione dei tre esperti che partecipano al nucleo stabile del think tank attraverso i loro articoli di apertura:

Francesco Caizzone
Intelligenza artificiale, etica e filosofia

Angelo Carpani
Un think tank per un uso “intelligente” dell’intelligenza artificiale

Bruno Forti
Il problema della coscienza

Per eventuali testi, commenti e richieste di informazioni scrivere a: redazione@securindex.com

1 “Ofelè fa el to mestè” (“pasticcere, fai il tuo mestiere”); “Sutor, ne ultra crepidam”( “calzolaio, fermati al sandalo”)
2 “Intelligence” in inglese significa “analisi” o “spionaggio”. “Understanding” è più vicino al significato di intelligenza in italiano
3 La ribellione della creatura nei confronti del creatore è un mito universale, da Prometeo a Satana, dal Golem del rabbino Loewe a Roy di Blade Runner

 

#Francesco Caizzone #Angelo Carpani #Bruno Forti #intelligenza artificiale #coscienza #think tank

errore