Firmato il primo ccnl per i servizi fiduciari di sicurezza
Roma – Il 16 gennaio è stato siglato il 1° CCNL per Il personale dipendente da imprese esercenti servizi ausiliari, fiduciari, e integrati resi alle imprese pubbliche e private. Parti contraenti le associazioni datoriali ANISI, PIU’ SERVIZI, ANIVP – SERVIZI INTEGRATI, con l’assistenza di Federsicurezza/Confcommercio, e il sindacato dei lavoratori UILTUCS/UIL.
Riportiamo qui di seguito il comunicato integrale diffuso dai contraenti:
«Le parti stipulanti il CONTRATTO COLLETTIVO DI LAVORO PER IL PERSONALE DIPENDENTE DA IMPRESE ESERCENTI SERVIZI AUSILIARI, FIDUCIARI E INTEGRATI RESI ALLE IMPRESE PUBBLICHE E PRIVATE, esprimono la reciproca soddisfazione per aver saputo portare a termine un non facile impegno di primogenitura, da molti non compreso, da alcuni finanche avversato.Per una genesi corretta di questo nuovo strumento di regolazione del rapporto di lavoro che si sviluppa in un segmento sempre più vasto e complesso di attività produttive ascrivibili al comparto dei Servizi Integrati e Fiduciari forniti all’Impresa ed all’utenza pubblica e privata, potremmo, anzi vorremmo rimandare alla lettura di un capoverso della Premessa del CCNL per i Dipendenti da Istituti di Vigilanza Privata, laddove si dice “... la corretta individuazione del ruolo della Vigilanza privata impone il dovere di combattere il fenomeno emergente di indebite occupazioni di consistenti quote del mercato della Vigilanza da parte di anomale tipologie di servizi e di figure imprenditoriali estranee al settore e, quindi, a forme di attività concorrenziali incentrate sul dato meramente economico anziché su quello legale tecnico e qualitativo …”.
Questo veniva scritto sul finire dell’anno 2006, quando, nell’ambito di un confuso e datato concetto di “sicurezza” era già in fieri il consolidarsi di quella, così fino ad oggi definita, area grigia che fungeva da contenitore indeterminato di tutta una gamma di attività certamente definibili complementari e-o integrative della tradizionale attività di Vigilanza privata armata, definizione che in effetti mirava a connotare in modo meno evidente il montante fenomeno del portierato, da intendere come surrogato a basso costo della Vigilanza.
Nel trascorrere del tempo, sei anni ad oggi, la congerie di servizi offerti all’Impresa o comunque al mercato, pubblico o privato per loro natura definibili idonei ad integrare una prestazione di sicurezza, ed ascrivibili ad un rapporto fiduciario tra committente e commissionario, ha superato per quantità l’insieme dei servizi propri di “... vigilanza, controllo e custodia rivolta a prevenire reati ed evitare danni o pregiudizi alla libera fruizione dei beni di qualsiasi natura che la legge non riservi, in via esclusiva, alla forza pubblica o a soggetti investiti di pubbliche funzioni …”.
Da questo possiamo dedurre che, volendo parlare del bene primario sicurezza, possiamo definire un livello A, quello della sicurezza della persona fisica, sul quale vigila lo Stato con l’impiego delle Forze dell’ordine così storicamente intese, un livello B, quello che afferisce la sicurezza di beni pubblici e privati, con quanto in tale enunciato può essere ricompreso, affidato per esclusione di quanto compete al primo, alla Vigilanza privata armata, ed un nuovo recente livello C, come complementare, che integra con la sua attività fiduciaria, la difesa integrata ed omnicomprensiva del citato bene primario sicurezza.
Per dare una regola a questo terzo livello si è ritenuto di avviare un confronto serrato, spesso difficile e molto contrastato, e questo forse per difetto di lungimiranza o in ossequio alla logica tutta italiana di difesa della preservazione dell’esistente che oggi ha la peggior applicazione nell’ostinato arroccamento a tutela di quello che ha chi è occupato, e nella troppa distanza dai problemi di chi una occupazione non ha o è costretto a vivere di precariato.
Per contrastare un preoccupante dilagare di forme spurie di regolamentazione del rapporto di lavoro, messe in atto al solo fine di alimentare pratiche di dumping selvaggio e drenare in negativo valori di prestazioni e costi d’impresa, come pure per restituire dignità al secondo livello di intervento in materia di sicurezza, trascinato in basso dal dilagare di offerte surrettizie di prestazioni che nulla hanno a che fare con quelle che vengono richieste, per tipicità esclusiva, a completamento delle quali vengono rese quelle previste da questo primo strumento di regolazione, è stata fatta la scelta coraggiosa di portare all’attenzione di un nuovo, emergente comparto di attività, la necessità di dotarsi di regole tanto indispensabili quanto sopportabili, tanto conservative di consolidati principi quanto rispondenti a nuove realtà.
Abbiamo fortemente auspicato un più vasto consenso, abbiamo reiterato convinti l’invito agli assenti ad una più attenta riflessione sulla bontà della proposta.Coltiviamo ancor più fortemente la speranza di poter registrare future nuove partecipazioni a questa sperimentazione che, nella logica dell’aderenza alle problematiche di parte sindacale e di parte imprenditoriale - e nella condivisione della necessità inderogabile di vivere nelle regole e non ai margini spesso travalicati delle stesse - porti con ragionevole ed intelligente gradualità alla miglior normazione del comparto al quale intende rivolgersi. »
A cura della Redazione