Garante della Privacy, presentata alla Camera la relazione sull'attività 2017

Il Garante della privacy, il 10 luglio scorso, in occasione della relazione annuale per il 2017 presentata alla Camera, ha illustrato e condiviso un vero e proprio bilancio con una serie di informazioni per ricostruire quanto è stato fatto e quanto ci sia ancora da fare all’indomani della diretta applicazione del GDPR. L’Autorità ha sottolineato, infatti l’aumento del 500% dal 25 maggio 2018 dei “data breach” denunciati, portando l’attenzione sulle misure di sicurezza e sull’elemento sanzionatorio.
Tuttavia, senza che ciò debba considerarsi in alcun modo quale moratoria il Garante ha definito come orienterà “secondo criteri di gradualità, l’attività ispettiva e sanzionatoria sui trattamenti maggiormente rilevanti per dimensione e concentrazione di dati, nonché per la loro rischiosità”.

Il Garante ha inoltre parlato di “internet of me” ovvero “il flusso di dati che dalla rete giunge al singolo consumatore, con contenuti personalizzati, attraverso oggetti di uso quotidiano capaci di apprendere dall’esperienza e adattarsi in maniera evolutiva ai comportamenti”, ed ancora ha affrontato il tema di algoritmi e libertà per cogliere e beneficiare delle opportunità dell’innovazione senza rinunciare alla libertà, all’autodeterminazione e all’eguaglianza.

L’obiettivo, con l’avvento del Regolamento Europeo, è infatti anche quello “di rendere l’innovazione un elemento di progresso sociale ed umano”.

“Tutto questo viene perseguito in un quadro che costituisce una nuova sfida per tutti gli operatori coinvolti, nel quale la tendenziale eliminazione di molti controlli preventivi è compensata dall’incorporazione nei trattamenti di misure di tutela e prevenzione del rischio, oltre che dalla più generale responsabilizzazione del titolare”.

Proprio alla responsabilizzazione del Titolare ed all’attenzione ai diritti e libertà dei soggetti interessati è dedicata la parentesi dove l’autorità ha riportato una serie di casi trattati (quali la localizzazione dei veicoli o di smartphone e tablet, il trattamento di dati personali mediante sistemi di videosorveglianza all’interno di aree particolari con rilevazione dell’audio, l’utilizzo dei dati biometrici o ancora l’audience pubblicitario ed i sistemi di digital signage etc.), dai quali emerge l’attenzione su bilanciamento di interessi, sulle cautele e le prescrizioni di sicurezza e, soprattutto, sulla necessità, di una tecnologia che possa essere consapevolmente vista non come fonte di controllo bensì come una risorsa.

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(A cura dell'avv. Maria Cupolo, privacy officer e docente di securindex formazione - in caso di riproduzione, citare la fonte)

 

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