Il futuro del contante, la visione dei protagonisti: Poste Italiane

Salvatore Lasalvia, Responsabile Tutela Aziendale Movimento Fondi - Corporate Affairs Poste Italiane, evidenzia che I valori movimentati nell’ambito della rete territoriale postale di circa 12.800 uffici postali e oltre 8.000 ATM, registrano valori in crescita, nonostante le misure restrittive alla mobilità assunte durante la fase pandemica, con conseguente maggiore ricorso alla moneta digitale.

In termini di abitudini degli utenti, qual è la situazione attuale e come prevedete evolverà?
La transizione verso una società che potrà farne a meno del contante necessita di un importante cambio di passo culturale.
Attualmente, grazie alla praticità, semplicità ed immediatezza nell’utilizzo, il contante, piaccia o non piaccia, è ancora considerato uno strumento unico nel suo genere, che consente di soddisfare esigenze fondamentali, quali, ad esempio, l’acquisto di alimenti o farmaci, soprattutto in caso di momentanea indisponibilità di sistemi informativi critici, quali sono quelli funzionali alla prestazione dei servizi di pagamento.
Per tale ragione, il contante è percepito alla pari di un “salvagente” e, nelle situazioni di emergenza, fa la differenza tra l’averlo e il non averlo.
Si comprenderà, allora, perché gli economisti, unitamente all’espressione che sono soliti pronunciare, ovvero “Cash is King”, aggiungano l’inciso “Especially in a Crisis”.
Infatti, è proprio nei periodi di crisi, quando, cioè, diminuisce la propensione al rischio da parte delle persone, che aumenta quella ad accumulare scorte, siano queste di alimenti che di liquidità. Non deve, quindi, destare scalpore il fatto che l’Agenzia svedese delle contingenze civili, un ente che fa capo al ministero della Difesa, abbia deciso di inviare un opuscolo a tutti i cittadini per invitarli a mettere da parte un cospicuo gruzzoletto di monete e banconote per fare fronte a qualunque tipo di emergenza.
Se lo dice la moderna Svezia, notoriamente risaputa essere all’avanguardia nell’avanzare verso la c.d. “cashless society”, forse c’è da tenere in debita considerazione quanto suggerito (vds https://www.quotidiano.net/esteri/svezia-contanti-1.4576613). Certamente, l’evoluzione tecnologica aiuterà ad avere un approccio sempre più confidente con gli strumenti di pagamento alternativi al contante ma, in considerazione del fatto che l’essere umano è mosso dalle emozioni ancora prima che dal raziocinio, permarrà, a mio avviso, ancora per molto tempo il ruolo di “copertina di Linus” istintivamente dato al contante.
Come nel popolare fumetto, il rapporto con il contante si basa su qualcosa di molto profondo, radicato nel tempo, che lo equipara alla “copertina” che il personaggio Linus porta sempre con sé atteso che, difficilmente, il cittadino medio rinuncerà “in toto” allo stesso perché lo mette al riparo dalle difficoltà e lo rende tranquillo anche nelle situazioni più difficili.
I c.d. “nativi digitali”, maggiormente avvezzi a confrontarsi con i nuovi e più evoluti strumenti di pagamento, basti pensare ai pagamenti effettuati in mobilità tramite smartphone o smartwatch, e, quindi, ad accettarne anche i limiti, cambieranno, verosimilmente, questo approccio al contante ma, come tutti i processi generazionali, richiederà del tempo...

Guarda il video dell'intervento di Salvatore Lasalvia a "Il futuro del contante", a Bologna il 14 settembre 2023

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