Gara Consip videosorveglianza 2, e adesso?
Come noto, la gara videosorveglianza 2 indetta da Consip il 20 dicembre 2018, del valore nominale di 65 milioni di euro, è stata aggiudicata in forma “definitiva efficace” il 19 gennaio 2022.
Forse è meno noto che, nei giorni successivi, gli aggiudicatari dei 10 lotti hanno ricevuto una comunicazione con la quale l’Agenzia chiede l’adeguamento dei requisiti di sicurezza dei prodotti previsti nelle rispettive offerte alle prescrizioni di organi istituzionali sollecitati dalla stessa Consip, a seguito di una “serie di interrogazioni parlamentari e di approfondimenti da parte di alcune testate giornalistiche” (leggi).
Fra le prescrizioni indicate, una impone “la presentazione da parte del fornitore di un Security Assessment eseguito da un soggetto di terza parte ‘preferibilmente nell’Unione Europea’ sull’ultimo aggiornamento disponibile di software/firmware dei dispositivi”.
La comunicazione precisa che i dispositivi interessati sono telecamere IP, NVR, encoder e server, concludendo che, in caso di mancato o parziale riscontro entro 20 giorni solari dal ricevimento, “Consip segnalerà alle Amministrazioni aderenti i prodotti non conformi alle prescrizioni di cui sopra”.
Com’era prevedibile, la verifica sulla sicurezza “sull’ultimo aggiornamento disponibile di software/firmware” ha sollevato un problema enorme, dal momento che il produttore prescelto dalla maggioranza degli aggiudicatari ha perso, in una data successiva alla gara, la conformità al protocollo internazionale ONVIF, prevista come requisito essenziale nel bando di gara.
Di conseguenza, la verifica dovrebbe venir fatta sull’ultimo aggiornamento disponibile di software/firmware ancora conforme ad ONVIF che risale al 2018, oppure su quello più recente che non può esibire quella conformità?
Nella prima ipotesi, Consip costringerebbe le PA aderenti alla convenzione a comprare dispositivi obsoleti esponendole a tutti i rischi connessi; nella seconda, dovrebbe modificare a posteriori un requisito essenziale del bando, una strada forse non percorribile sul piano formale.
Sembra che il produttore in questione sia alla ricerca di uno standard “ONVIF equivalente” ma non è certo che sia possibile in tempi brevi né che venga accettato da Consip, per non parlare di cosa succederebbe a livello internazionale.
Nel frattempo, gli aggiudicatari dovrebbero sostituire i dispositivi in questione ma, a quanto risulta, si starebbero domandando con quali, dal momento che, almeno in tempi brevi, non si trovano in tutto il mondo prodotti simili, conformi oggi ad ONVIF ed agli stessi prezzi.
E’ ragionevole pensare che gli aggiudicatari non siano disposti ad acquistare prodotti più costosi di quanto previsto allora mentre, sull’altro versante, è improbabile che Consip possa accettare a posteriori maggiorazioni dei prezzi unitari, ben sapendo che verrebbe sommersa dai ricorsi dei partecipanti esclusi.
Vedremo come Consip risolverà questa vicenda. E’ fortemente auspicabile, in ogni caso, che vengano tutelati due aspetti fondamentali che avevamo già sottolineato commentando la gara 1 nell’ormai lontano 2017: la sicurezza dello Stato e dei cittadini da una parte, l’impiego del denaro pubblico dall’altra.
A maggior ragione oggi, nell’era del PNRR.